Tutto comincia con i Sassi di Matera, il cuore antico della città. Sono due rioni, il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso, dove le case sono grotte, scavate nella calcarenite, un tipo di pietra morbida che si lascia intagliare come burro. Camminare tra questi vicoli significa entrare in un mondo sotterraneo, dove le porte delle case si aprono direttamente sulla strada, i balconi sembrano sospesi nel vuoto, e le scale si arrampicano su e giù come vene di un organismo vivente. Un tempo, qui vivevano contadini e artigiani, in condizioni di povertà estrema, tanto che Carlo Levi, nel suo Cristo si è fermato a Eboli, descrisse Matera come un luogo di "tristezza senza fine". Oggi, invece, i Sassi sono rinati: le grotte sono diventate alberghi di charme, ristoranti dove si gustano piatti lucani come i peperoni cruschi e le orecchiette con cime di rapa, e botteghe dove gli artigiani lavorano la pietra e la terracotta come facevano i loro avi.

Ma Matera è anche luce. La luce del sole che, al mattino, si insinua tra i vicoli e accende le facciate delle case, trasformando la pietra in oro. La luce del tramonto, quando i Sassi si tingono di rosso e le ombre si allungano come dita che accarezzano le mura. E la luce della notte, quando le luci artificiali disegnano un paesaggio fiabesco, e le strade deserte sembrano attendere il ritorno dei fantasmi del passato. È questa luce che ha fatto innamorare registi come Pasolini (che qui girò Il Vangelo secondo Matteo) e Mel Gibson (che scelse Matera per La Passione di Cristo), trasformando la città in un set cinematografico a cielo aperto.

Poi c’è la Cattedrale di Matera, in cima alla collina che domina i Sassi. Costruita nel XIII secolo, è un mix di stili romanico e barocco, con una facciata imponente che sembra vegliare sulla città. Dentro, l’atmosfera è raccolta, quasi intima, e i freschi medievali raccontano storie di santi e martiri. Ma il vero spettacolo è la vista dalla terrazza: da lassù, i Sassi si stendono come un mare di pietra, e l’orizzonte si perde tra le colline della Basilicata. È un panorama che toglie il fiato, dove si capisce perché Matera è stata scelta come Capitale Europea della Cultura.

Ma Matera non è solo i Sassi. È anche la città moderna, con i suoi caffè alla moda, le gallerie d’arte e i negozi di design. Passeggiare per Via del Corso, la strada principale, significa vedere come il passato e il presente si fondono: da una parte, i palazzi ottocenteschi con i loro balconi in ferro battuto; dall’altra, i locali dove i giovani materani sorseggiano un aperitivo mentre discutono di arte e politica. E poi c’è il Parco della Murgia, dove si possono fare passeggiate tra la vegetazione mediterranea e ammirare i Sassi dall’alto, come un quadro vivente.

Matera è anche cultura. Il Museo Nazionale Ridola racconta la storia della città, dai reperti neolitici agli oggetti della vita contadina. Il Museo di Arte Contemporanea (MUSMA), invece, ospita opere di artisti moderni in un palazzo storico, creando un dialogo tra antico e nuovo. E poi ci sono i teatri e i festival, come la Festa della Bruna, dove ogni anno si celebra la patrona della città con una processione che culmina nel "carro" (un enorme carro allegorico) che viene distrutto dalla folla in un rito che mescola sacro e profano.

Ma più di tutto, Matera è un’emozione. È il silenzio dei vicoli al mattino presto, quando solo il canto degli uccelli rompe la quiete. È il profumo del pane appena sfornato che esce dalle botteghe. È il sorriso degli anziani che si incontrano sulle panchine, e il rumore dei bambini che giocano a pallone tra le scale. È un luogo dove, anche solo per un giorno, si può sentire il battito del cuore della storia, dove ogni pietra ha una voce, e ogni luce racconta una storia.

Perché Matera non è solo una città. È un viaggio nel tempo, un luogo dove il passato non è morto, ma vive e respira in ogni angolo. È una città che, dopo averla visitata, non si dimentica più.